sabato 31 ottobre 2009

GOOD !!!





Il 16-18 ottobre si è tenuta a Udine “Good. La Fiera della Qualità a Tavola”.
Sono molto contenta di esserci andata e mi dispiace che un’evento così ben organizzato e così interessante anche per i non addetti ai lavori, sia così poco pubblicizzato al di fuori del Friuli.
E’ la seconda edizione, è un’evento biennale, spazia in tutte le realtà del settore agroalimentare e nelle intenzioni degli organizzatori, vuole essere una valida alternativa al Salone del Gusto della Fiera di Torino, ovviamente con sfumature e caratteristiche diverse dettate dal contesto territoriale di riferimento che non è solo il Friuli od il Nord Est, ma la ben più ampia realtà dell’Alpe Adria.
Se gli organizzatori stessi hanno definito il progetto ambizioso, devo dire che per me hanno colto nel segno benissimo e sono riusciti a realizzare un’evento di grande respiro ed interesse.
Un percorso lungo nove padiglioni dove imparare, assaggiare, degustare, acquistare, abbinare ed approfondire, anche attraverso corsi, conferenze, incontri.
Nove padiglioni, dall’enoteca al mercato del gusto, dal professional a sapori del territorio fino al cibo quale fattore economico, culturale e di design, dove gli espositori hanno saputo offrire il meglio di se.
Una giostra di prodotti, colori, sapori, profumi inseriti in una cornice degna di nota, quale è la Fiera di Udine, una vecchi filanda ristrutturata a meraviglia.
Impossibile raccontarvi ogni stand o partecipante e sinceramente tutti meriterebbero di essere menzionati; però desidero fare un’elogio a Slow Food del Friuli Venezia Giulia per come ha organizzato il padiglione del Buon Mercato per aver saputo valorizzare tutti quei piccoli produttori che della cultura del territorio e del rispetto delle tradizioni sanno fare tesoro offrendoci prodotti meravigliosi.
Dunque posso dire di aver trascorso una bellissima giornata dove ho potuto conoscere, assaggiare e degustare, fare piccoli corsi come quello tenuto dell’Associazione Italiana Sommelier del F.V.G., chiaccherare e confrontarmi con gli operatori di settore.
Quindi mi raccomando chi può fra due anni si ricordi questo appuntamento che merita veramente.




venerdì 23 ottobre 2009

ORZORISOTTO AL RADICCHIO DI TREVISO PRECOCE CON SCAMORZA E VERDUZZO TREVIGIANO



Il perché a volte di una ricetta è difficile da dire, ispirazione o necessità del momento a volte entrambe. Così nasce questa ricetta, metà riso metà orzo, perché mi sono ritrovata a non avere abbastanza orzo e non si richiedeva il solito risotto; radicchio, perché il piatto doveva parlare un po' della mia terra; scamorza per dargli un po' di tono e Verduzzo Trevigiano, “fratello” del Ramandolo, per smorzare il sapore della scamorza legando i sapori in un dolce caldo abbraccio.


Ingredienti per 10 persone


300 gr di riso semintegrale a cottura 25 min. circa

300 gr. di orzo perlato lavato bene

700 gr di radicchio di Treviso precoce

2 scalogni

10 ovaline di scamorza affumicata

1,5 dl di Verduzzo Trevigiano oppure potete usare il Ramandolo

120 gr di burro
1 cipolla, 1 carota, mezza costa di sedano per il brodo vegetale
100 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato

sale, 2 chiodi di garofano e 4 grani di pepe.

Mondate la cipolla, la carota ed il sedano e preparate il brodo vegetale facendoli bollire in acqua giustamente salata a cui avrete aggiunto i chiodi di garofano ed i grani di pepe.


Nel frattempo, pulite il radicchio e tagliatelo non troppo sottile.

Quando il brodo è pronto, tritate lo scalogno e fatelo sudare in una casseruola con 70 gr di burro, unite il riso e l’orzo lasciandoli tostare per 2 minuti.

Aggiungete il Trevisano tagliato, bagnate con il vino, lasciatelo evaporare, aggiungete il brodo caldo in quantità tale da coprire gli ingredienti e fate cuocere, mescolandoli di tanto in tanto perché non attacchino, aggiungendo brodo se serve.

A circa 7 minuti dalla fine della cottura aggiungete le ovaline di scamorza affumicata tagliate a pezzi non troppo piccoli e cuocete per altri 5 minuti sempre mescolando.


Quindi aggiungete i 50 gr di burro avanzato, fatelo amalgamare bene all’orzorisotto, spegnete il fuoco e fate riposare per due minuti.

Sporzionate e metteteci sopra una spolverata di Parmigiano, servite bello caldo.





Vino consigliato Rosso di Conegliano.

domenica 18 ottobre 2009

LA ZUCCA E L'INTAGLIO




Qualche giorno fa ho avuto l’occasione di seguire un corso base d’intaglio di vegetali.

Poche ore per avere un’idea delle tecniche di base e mettersi alla prova con gli intagli più semplici, come il giglio ricavato dalla carota e dal cetriolo o la rosa dal daikon, fino ad arrivare all’intaglio delle zucca.

E’ incredibile quello che io ed i miei compagni, siamo riusciti a fare in poche ore, sotto la guida attenta e costante dell’insegnante, che poneva mano, di volta in volta, ai nostri errori d’impostazione.
E già, perchè una delle cose più banali, ma alquanto difficile, è dare la giusta inclinazione alla lama del coltello o dello spilucchino nel momento in cui si incide il vegetale; da questo dipende la riuscita o meno dell’intaglio.
Si tratta di una lavoro di grande manualità, tecnica ed attenzione. Per diventare bravi ci vuole un’esercizio continuo e tanta precisione.
Tutte le verdure che abbiamo intagliato sono servite a comporre dei meravigliosi centri tavola.

Nell’insieme anche le cose poco perfette facevano la loro figura.




E questa è la zucca che ho intagliato; in tutta sincerità anche in questo caso l’intervento dell’insegnante è stato determinante, del resto cosa pretendere in poche ore d’insegnamento?


lunedì 12 ottobre 2009

CIPOLLINE BORETTANE CON SALAME ALL'ACETO


Questa è una di quelle ricette che amo, perchè pur nella sua semplicità , è un insieme armonico di gusti che racconta di una terra , il Friuli Venezia Giulia, e delle sue tradizioni.

Può essere un'antipasto, un secondo od un piatto unico a seconda della dimensione delle porzioni.

Non è una ricetta leggerissima, tutt'altro, ma è cosi saporita, con il contrasto tra il dolce delle cipolline Borettane e l'agro dell'aceto, che ogni tanto cedo anch'io ...

Nella ricetta tradizionale del "salame all'aceto con cipolla", viene utilizzata la cipolla normale ed il burro. Nella mia versione, leggermente meno grassa, niente burro e l'uso delle cipolline Borettane che trovo fantastiche con l'aceto, oltre che graziose.


CIPOLLINE BORETTANE CON SALAME ALL'ACETO

Ingredienti per 4 persone
(porzione per antipasto)

12 fette salame fresco, alte circa mezzo centimetro 20 cipolline Borettane 1 dl di aceto di vino bianco
Olio extravergine d'oliva
sale, pepe.

Tagliare il salame con la buccia a fette spesse mezzo centimetro.

In un tegame largo e dal fondo spesso mettete un filo d'olio e fate scaldare, quindi versate le cipolline, lasciatele qualche istante rigirandole quindi aggiungete un 1 dl d'acqua un pizzico di sale e fate cuocere finché l'acqua non è quasi evaporata.

Unire a questo punto il salame e fatelo scottare da una parte e dall’altra.

Unire l’aceto e terminate la cottura lasciandolo evaporare.

Servite bello caldo con un buon Cabernet Franc del Collio.




venerdì 9 ottobre 2009

BARCHETTE DI MELANZANA AL SALMONE E OLIVE TAGGIASCHE



Ottobre è ancora mese di melanzane; è un’ortaggio che mi piace molto e che mi fa sentire ancora in estate... già, perché dalle mie parti ormai l’autunno si vede eccome...

Lo sapete che in realtà le melanzane sono una bacca consumata come ortaggio?
Sono sicura che questa informazione non vi cambia la vita; io l’ho trovata curiosa, così come sapere che grandi estimatori della melanzana siano, popoli mediterranei a parte, i Cinesi ed i Giapponesi.

Ora vi racconto le mie


BARCHETTE DI MELANZANA AL SALMONE E OLIVE TAGGIASCHE


INGREDIENTI PER 4 PERSONE


4 melanzane non troppo grandi, 700 gr. di salmone a tranci
350 gr. di cipolla di Tropea, 100 gr. di olive Taggiasche
2 cucchiai di pane grattugiato, 20 dl di vino bianco secco
un cucchiaio di succo di limone
un pizzico di timo
olio extravergine d’oliva meglio se dal sapore lieve
sale, pepe macinato fresco.


Cuocete in una padella antiaderente i tranci di salmone con un dito d’ acqua e vino bianco, tenendo coperto, in modo che la cottura mantenga il pesce morbido, quindi lasciatelo raffreddare.

Dopo aver lavato e mondato cipolla di Tropea tritatela finemente.

Tagliate le olive Taggiasche grossolanamente.

Lavate mondate le melanzane e tagliatele a metà nel senso della lunghezza; quindi con uno scavino togliete la polpa e mettetela da parte, cercando di eliminare le parti con troppi semi se ci sono.

Quindi prendete un tegame, versate le olive Taggiasche e la cipolla di Tropea e fate andare a fuoco vivo rigirando gli ingredienti per qualche minuto; aggiungete la polpa di melanzana, versate un goccio d’acqua, il timo, il succo di limone, aggiustate di sale e cuocete a fuoco medio per circa 15 minuti, prima di spegnere il fuoco, un giro di pepe macinato al momento, quindi lasciate che il tutto si raffreddi nel tegame.

Prendete una terrina capiente e mettete la polpa del salmone sbriciolata e priva di spine e pelle, versate il composto di cipolla, melanzana e olive, il pane grattugiato, aggiustate di sale e amalgamate bene tutti gli ingredienti.

Prendete le melanzane e riempitele con il composto preparato schiacciandolo bene in modo che si compatti e adagiatele su una teglia da forno.
Versate sulle melanzane un filo d’olio e nella teglia il vino bianco ed un bicchiere d’acqua. Irorate le melanzane con il liquido e mettetele in forno a 180 °C a cuocere per almeno 30 minuti, bagnandole ogni tanto con il sugo per non farle seccare.
Quando vedrete che sono cotte potete usare il grill per dare la doratura finale.


Vino abbinato a questo piatto un Sylvaner vino Dell’Alto Adige dal profumo delicato e dal sapore armonico, di corpo.



domenica 4 ottobre 2009

TOTANI CON PATATE AL ROSMARINO



Un piatto unico leggero e saporito che sa di mare, bello da presentare e da gustare in compagnia.


TOTANI CON PATATE AL ROSMARINO


DOSI PER 4 PERSONE


1 kg di totani freschi

1 kg di patate
1 scalogno
2 agli interi
2 rametti di rosmarino
200 gr di salsa di pomodoro
mezzo bicchiere di Chardonnay
Sale ed un pizzico di peperoncino
olio extravergine d’oliva

Lavate e pulite i totani e tagliateli se sono troppo grandi, quelli che ho preso io erano di piccola taglia e quindi li ho lasciati interi.

Pelate le patate e tagliatele a pezzi di media grandezza.

In un tegame mettete un filo d’olio, lo scalogno pulito e tritato, gli spicchi d’aglio interi ed i rametti di rosmarino.

Fate andare a fuoco vivace stando attenti che non bruci l’aglio o lo scalogno, dopo due minuti aggiungete i calamari, sfumate con il vino e continuate la cottura per cinque minuti a fuco medio mettendo un coperchio sul tegame.

Togliete i rametti di rosmarino e l’aglio, aggiungete le patate, la salsa di pomodoro, il peperoncino ed il sale, quindi se necessario un po’ d’acqua per permettere alla patate di cucinare.

Continuate la cottura a fuoco basso tenendo il tegame coperto fino a quando le patate saranno cotte, facendo attenzione che ci sia sufficiente umidità affinchè non attacchino.


Poco prima di spegnere il fuoco controllate il sale e se manca aggiungetene quanto basta.

Servite ben caldo.

Il vino che consiglio è lo Chardonnay.





P.s. Vista l’importanza della lotta contro i tumori, in quanto donna mi sono sentita di aderire a questa campagna di sensibilizzazione.
Ricordate l’importanza della prevenzione in senso lato, ma in particolare per il tumore al seno questa può veramente fare la differenza.

venerdì 2 ottobre 2009

CORNA DI GAZZELLA E LA MAGIA DEL MAROCCO



Questa sera desidero deliziarvi con una ricetta Marocchina.
Amo tutte le cucine del mondo perché sono l’ anima dei popoli e della loro storia, spesso mi ispirano e sempre mi stupiscono.
La cucina Marocchina in particolare è stata per me una vera rivelazione così ricca, raffinata, intensa di sapori, colori e profumi proprio come quella magica terra che è il Marocco, un vero colpo di fulmine che cercherò di raccontarvi attraverso le ricette che amo cucinare.

Le Corna di Gazzella sono dei dolci tipici.

Cannella, fior d’arancio e mandorla... mi ricordano una passeggiata in un lussureggiante giardino a Marrakech tra zampilli di fontane e profumi di fiori, sotto un cielo aperto e terso.




CORNA DI GAZZELLA


PER L'IMPASTO

125 gr di burro fuso 300 gr. di farina 20 cl d'acqua di fiori d'arancio 1 cucchiaio di zucchero

PER IL RIPIENO

500 gr di mandorle macinate finemente 150 gr di zucchero 1 cucchiaico e mezzo di cannella 3 cucchiai di acqua di fiori d'arancio


Preriscaldate il forno a 180 °C e nel frattempo preparate la farcia mescolando le mandorle macinate con lo zucchero e la cannella, quindi bagnate a poco a poco con l'acqua ai fiori d'arancio fino a che l'impasto non sia bello omogeneo.

Ricavate da questo impasto tante piccole palline come una prugna e fatene dei salsicciotti assottigliati alle estremità lunghi circa 4 cm. Preparate l'impasto mettendo in una larga terrina la farina, lo zucchero ed il burro, lavorando con le mani gli ingredienti fino a quando la farina non ha assorbitotutto il burro.

Aggiungete poco per volta l'acqua di fiori d'arancio per ottenere una pasta morbida liscia e malleabile, ma che non si incolla.

Dividete la pasta in tante palline grandi come un’arancia, quindi tiratela con un matterello fino ad ottenere tante sfoglie abbastanza lunghe ed abbastanza larghe dello spessore di un centimetro.


Disponete i rotolini di pasta di mandorle al centro delle sfoglie, lasciando in mezzo tra uno e l’altro un po’ di spazio.
Quindi ripiegate una parte della pasta sull’altra, in modo da ricoprire la farcia, sigillate i bordi premendo bene con le dita intorno al ripieno.

Con un tagliapasta tagliate dei semicerchi a due centimetri dal ripieno e piegate con le mani ogni “corno” per dargli la forma di mezzaluna.


Mettete le corna di gazzella su una placca da forno unta d’olio, infornatele e abbassate la temperatura del forno a 150 °C .


Cuocete le Corna di Gazzella per circa 20-25 minuti stando attenti che devono appena appena diventare di color dorato.

Sfornate e una volta fredde spolverizzatele di zucchero a velo.